I Fenici spesso vengono ricordati come esperti ed audaci navigatori, in un'epoca in cui le condizioni della navigazione, non erano certamente all'avanguardia: non possedevano bussola e le loro navi non erano ancora fornite di timoni efficienti. Vengono definiti i carrettieri del mare; ma il loro più grande merito, nella storia delle civiltà, fu quello di avere inventato la scrittura fonetica; quella cioè in cui ogni segno corrisponde a un suono. Già con i caratteri geroglifici egizi e con quelli cuneiformi dei popoli mesopotamici l'uomo aveva trovato il modo di esprimersi per iscritto, ma solo con i Fenici l'uomo crea lo strumento più pratico e comodo di scrittura l'alfabeto fonetico. Adottato dagli Aramèi, nomadi del deserto siriano, dagli Ebrei e dagli indiani, imitato dai greci, etruschi e latini, esso è la base di tutti i sistemi di scrittura moderna. L'alfabeto fenicio è costituito da 22 caratteri o lettere ad ognuno dei quali corrisponde un suono. Le lettere variamente combinate formano le diverse parole. Nell'alfabeto fonetico gli uomini trovano lo strumento più rapido per comunicare il loro pensiero. Non fu più prerogativa di una sola classe di privilegiati, come sacerdoti e scribi ma poté diffondersi fra tutte le classi sociali.
L'alfabeto inventato dai Fenici si diffuse rapidamente, l'uomo aveva finalmente trovato un mezzo rapidissimo per comunicare il suo pensiero, quindi l'alfabeto divenne il principale sistema di scrittura. I Greci appresero l'alfabeto dai Fenici ma furono proprio loro che ne fecero la base per tutti gli altri alfabeti, oggi in uso in Europa, apportando importanti trasformazioni. L'innovazione geniale fu la creazione delle vocali che diede all'alfabeto la possibilità divenire il mezzo fonetico più completo e soddisfacente. Solo per questo i greci meriterebbero la gratitudine di tutti gli uomini.
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