L'Italia per migliaia di anni è stata la centro delle rotte che hanno solcato il mar Mediterraneo, per questo sui fondali Italiani si trovano numerosissime navi d'ogni tipo, affondate per le cause più diverse con i loro carichi spesso intatti.
Sui fondali dell'Isola del Giglio, arcipelago toscano, è stata ritrovata una nave etrusca del VI secolo a.C. che proveniva con ogni probabilità dai cantieri navali di Tarquinia e Populonia. Sono stati portati alla luce lucerne, lingotti di piombo e ferro, flauti d'osso, plettri per strumenti a corda, vasi in ceramica, punte di frecce e numerosissime anfore. Sempre nei fondali del Giglio è stato trovato un vascello romano del III secolo d. C. proveniente quasi sicuramente dalla Tunisia poiché il suo carico era costituito per la maggior parte da grandi anfore cilindriche.
Le Isole Eolie sono state definite "un vero archivio di navi sommerse".
Le Eolie al tempo dell'Impero Romano rappresentavano un passaggio obbligatorio per le navi provenienti da oriente e dirette a Roma così l'arcipelago, con i suoi scogli angusti e nascosti, è divenuto una specie di museo sommerso. Oggi l'area è sorvegliata per evitare che sia depredata da predatori clandestini.
Altri relitti sono stati trovati anche lungo le coste della Campania, dove però il centro di maggiore interesse per gli archeosub è rappresentato dagli edifici sommersi di Baia, cittadina imperiale dei Campi Flegrei.
Due navi puniche sono state ritrovate nelle acque di Marsala insieme ad una nave del XII secolo carica di ceramica normanna rimasta insabbiata, per un errore di manovra.
Anche il mar Adriatico offre buone prospettive di recuperi subacquei per l'intenso traffico marittimo con la costa dalmata. La mappa dei tesori sommersi d'Italia arriva nell'Adriatico sino alla laguna di Venezia ma non si limita solo alle coste poiché anche nei laghi (Nemi, Garda) sono stati ritrovati dei relitti.
Italia Terra di Tesori, Arrigo Petacco