Le parole di un antico papiro ci fanno ben comprendere come già gli antichi Egizi fossero consapevoli del fatto che ogni loro possibilità di vita dipendeva dalle acque del Nilo:
Rappresentazione del dio Hapi, l'incarnazione della fecondità dell'inondazione del fiume Nilo. È raffigurato con i seni pesanti e con in mano un vassoio ricco di prodotti ottenuti dalle acque e dalla terra fertile del Nilo.

Salute a te o Nilo

"Salute a te, o Nilo, che arrivi in questa terra per dar vita all'Egitto, giungendo da luoghi misteriosi. La tua onda si distende sugli orti, ristora coloro che hanno sete e non va a prendersi inutilmente nel deserto. Se il tuo aiuto ci manca, milioni di creature sono in angoscia; gli animali ti cercano come pazzi e tutti sulla terra, grandi e piccoli, soffrono. Ma se il voto degli uomini è esaudito, se le tue acque salgono, allora la terra grida di gioia, ognuno si sente il cuore pieno di felicità, il corpo scosso dal riso e i denti pronti a masticare". 

Image by Tamás Juhász from Pixabay

Mentre lungo le fertili vallate del Tigri dell'Eufrate fioriva la civiltà mesopotamica, un altro popolo gli egizi andava sviluppò la sua civiltà lungo le sponde del fiume Nilo. Proprio all'esistenza di questo lungo corso d'acqua, che percorre il territorio in senso longitudinale, l'Egitto deve la sua prosperità antica e presente. La posizione dell'Egitto, infatti, non è tra le più felici dal punto di vista geografico: incassato in un'angusta e lunga valle tra due altipiani, confinanti l'uno a ovest col deserto libico, l'altro a est con il deserto arabico, anche l'Egitto non sarebbe altro che un territorio desertico, se il Nilo non lo fertilizzasse con le sue piene periodiche. 

Il Nilo scende al altopiano etiopico dove si ingrossa grazie ad abbondanti acque piovane nel periodo che va da luglio a settembre di ogni anno;  poi straripa, allagando il territorio circostante su cui deposita uno strato di limo, la terra nera come la chiamavano gli antichi Egizi, che rende fertile tutta la zona lungo il fiume. Al decrescere delle acque, fra ottobre e dicembre, si seminava ed il terreno dava frutti copiosi: frumento, orzo, miglio e altri cereali. Oggi la pratica dell'inondazione annuale interessa soltanto una minima parte delle terre coltivate, perché la costruzione di numerose dighe e bacini artificiali per immagazzinare acque di piena, consente una irrigazione permanente; è venuta meno però l'azione fertilizzante del limo, che si deposita nei laghi artificiali, rendendo necessario l'uso dei concimi chimici.

Il Nilo oggi è anche una risorsa turistica, poichè le crociere lungo il fiume lasciano a bocca aperta sia dal punto di vista naturalistico si dal punto di vista storico artistico.

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