Quando Roma diventò la città più forte e ricca del suo tempo sembrò che far risalire le sue origini a un modesto gruppo di pastori fosse poco "nobile"
Si ricorse allora a una leggenda per darle origini divine e gloriose e soprattutto per creare un legame con la civiltà greca che era stata la culla della cultura e della democrazia. Il capostipite fu riconosciuto in Enea, l'eroe troiano.
Enea, eroe troiano, fuggì dall'incendio di Troia e giunse alle foci del Tevere. Suo figlio Iulo fondò la città di Alba Longa e ne affidò il comando a suo figlio Numitore. L'altro figlio, Amulio, gli sottrasse il potere e costrinse Rea Silvia, figlia di Numitore, a diventare sacerdotessa della dea Vesta. Le sacerdotesse non potevano sposarsi e avere figli. Amulio fu così sicuro di non avere qualcuno che rivendicasse il trono.
Però Marte, il dio della guerra, si innamorò di lei e dalla loro unione nacquero due gemelli, Romolo e Remo: Amulio ordinò che fossero affogati nel Tevere.
L'ordine non fu eseguito, i due gemelli vennero messi in una cesta e affidati alla corrente. La cesta si fermò tra le canne, nei pressi del colle Palatino. Una lupa salvò i gemelli, li allattò e si prese cura di loro finché non furono trovati da Faustolo, un pastore.
Conosciuta la loro storia, Romolo e Remo uccisero lo zio e decisero di fondare una nuova città. Osservarono il volo degli uccelli per individuare il luogo e stabilire chi dovesse essere il re. Gli dèi decisero: Romolo.
Romolo tracciò con l'aratro il confine, ma Remo lo attraversò in segno di disprezzo. Romolo lo uccise e si proclamò re: era il 21 aprile del 753 a.C.
I Romani calcolavano gli anni da questa data {ab Urbe condita", che vuol dire "dalla fondazione dell'urbe", cioè della città, perché Roma era la città in senso assoluto!
@discipiline.it ed. La Spina
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