La musica strumentale e gli strumenti dal ‘600

La musica strumentale ebbe inizio nel Rinascimento, ciò però non sarebbe avvenuto se nel medioevo non si fosse praticato l’uso degli strumenti come raddoppio o sostituzione delle voci nelle composizioni polifoniche. Questa pratica era comune nelle frottole e nei madrigali.
Le composizioni strumentali erano comunque legate alle composizioni vocali ancora nel ‘500, come ad esempio le frottole intabulate per liuto, ovvero la trascrizione della frottola da vocale a composizione per liuto.

Le forme che richiamavano all’ improvvisazione e le forme per la danza furono invece da subito svincolate dalla forma vocale ed ebbero subito piena dignità di musica strumentale. Nel rinascimento era strumentale molta della produzione destinata al liuto, così come la musica liturgica per organo ed anche quella per clavicembalo anche se meno abbondante delle precedenti.

 

Le forme strumentali

Le forme strumentali di questo periodo furono numerose e varie: 

-composizioni derivate da modelli vocali ed in contrappunto imitato: ricercare, canzona, fantasia. (Il ricercare era destinato all’organo o al clavicembalo, la somma opera sul ricercare è da riconoscere nell’ Offerta musicale di Bach).

-composizioni in stile improvvisato (toccate, ricercari);

-composizioni per ballo;

-composizioni su variazioni (partite, passacaglie e ciaccone, versetti, corali);

- il Concerto Grosso

-il Concerto Solista

- la Fuga (forma strumentale contrappuntistica ed imitativa, prevalentemente per strumenti a tastiera);

-la Suite (una serie di danze strumentali);

-l’Oratorio (composizione per voci soliste, coro e orchestra, di argomento religioso o spirituale, eseguita senza far ricorso a scenografia, costumi, o qualsiasi elemento di rappresentazione teatrale)      

La canzona strumentale nacque all’inizio del secolo XVI come trascrizione per strumento della chanson parigina. Alla fine del secolo divenne autonoma, svincolandosi totalmente dalla forma vocale. Di questa forma si apprezzano la vivacità, la spigliatezza e l’alternarsi di sezioni contrastanti per ritmo e scrittura. Destinata all’ organo o al clavicembalo, la chanson strumentale durò fino alla metà del secolo XVII.


Inizialmente il termine Fuga era associato come sinonimo alla forma del canone. Dopo metà del secolo XVII indicò la forma strumentale di contrappunto imitato più complessa, ricca e virtuosa. 

La fuga solitamente è costituita da: 

  • esposizione (si presenta il tema chiamato soggetto, poi ripreso da un’altra voce chiamata risposta. Durante la risposta, alla prima voce si esegue il controsoggetto. Ciò avviene anche con la terza voce e con la quarta);
  • divertimenti o episodi: basati su soggetto e controsoggetto che vengono sviluppati;
  • stretto: la risposta inizia prima che il soggetto venga completamente eseguito, donando un senso incalzante verso la fine della fuga;
  • pedale: modulo conclusivo, basato su pedale di tonica o dominante. 

IL CONCERTO BAROCCO

In età rinascimentale il termine Concerto indicava una composizione destinata a voci accompagnate da strumenti; nell’epoca successiva dunque nella musica del Periodo Barocco il concerto è destinato a soli strumenti. Il Concerto Barocco è una composizione nella quale uno o più strumenti solisti si alternano con tutta l’orchestra (costituita da soli archi ed un clavicembalo, per la realizzazione del basso continuo). 

Concerto Grosso e Concerto Solista

Si ha il Concerto Grosso quando gli strumenti solisti sono più di uno (in genere, due violini più il basso continuo), tale gruppo solistico è chiamato concertino, mentre l’insieme orchestrale è detto tutti o ripieno

Fu l’italiano Arcangelo Corelli (Fusignano 1653 – Roma 1713) a dar vita al concerto grosso; famosissimo è il suo Concerto Grosso in sol minore op. 6 n. 8 fatto per la notte di Natale, ancora molto eseguito ai nostri giorni, l’ottavo dei dodici Concerti Grossi scritti dal compositore e pubblicati postumi nel 1714 come op.6. 

Il genere del Concerto Grosso fu molto praticato dai compositori dell’età barocca. 

Fra tutti spicca la figura di Antonio Vivaldi (Venezia 1678 – Vienna 1741) con le raccolte intitolate L’estro armonico, Il cimento dell’armonia e dell’invenzione, quella di Georg Friedrich Händel (Halle 1685 – Londra 1750) con Musiche sull’acqua, Musiche per i fuochi d’artificio, infine Johann Sebastian Bach con gli splendidi sei Concerti Brandeburghesi. 

Si ha il Concerto Solista quando lo strumento che si alterna con l’orchestra è uno solo. Giuseppe Torelli (Verona 1658 – Bologna 1709) dà vita al Concerto Solista.

Antonio Vivaldi ne definisce la struttura in tre tempi o movimenti: Allegro- Adagio- Allegro

  • Primo Tempo: Allegro, in cui ad una introduzione del materiale tematico da parte dell’orchestra segue l’intervento del solista, secondo il cosiddetto sistema “a ritornello”;
  • Secondo Tempo: Adagio o Andante, tempo lento, in cui emerge tutta l’espressività dello strumento solista, mentre spesso l’accompagnamento dell’orchestra è limitato al basso continuo;
  • Terzo Tempo: Allegro o Vivace: affine al primo tempo. 

Esempio di transizione dal Concerto Grosso al Concerto Solista sono Le Stagioni di Vivaldi. 

Mentre il Concerto Grosso si esaurisce con l’età barocca, il Concerto Solista prosegue la sua storia nelle epoche successive, favorito dall’avvenuto perfezionamento di numerosi strumenti musicali (flauto, pianoforte, violino ecc.) e dall’affinamento delle tecniche esecutive in chiave virtuosistica.

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